Skip to main content

Sei esentato, in quanto persona con disabilità, dal Bollo auto? Non puoi utilizzare Torinofacile.it

Lo segnalano diversi cittadini dopo aver provato, senza successo, a pagare tramite il portale alcune contravvenzioni. Se un servizio digitale non è utilizzabile è inutile: occorre dunque permettere di accedervi anche ai cittadini con disabilità. Domani la mia interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere di risolvere la situazione.

Chi gode dell’esenzione dal pagamento del Bollo auto prevista per le persone con disabilità potrebbe non sempre è in grado di usufruire dei servizi del portale Torinofacile: domani in Consiglio Comunale, con una mia interpellanza, chiederò alla Giunta se la Città sia a conoscenza di questa criticità e come intenda risolverla. Diverse segnalazioni mi sono giunte in questo senso da torinesi che, esentati dalla Tassa automobilistica (Bollo auto), hanno provato senza successo a saldare sul portale alcune sanzioni amministrative. Questo servizio digitale è destinato, citando dallo stesso portale, “a tutti i possessori di veicoli presenti nella banca dati del Bollo auto della Regione Piemonte”: mi chiedo dunque, e chiederò alla Giunta, se un veicolo esente dal Bollo, presente nelle banche dati del PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e della Tassa automobilistica, lo sia sempre anche nel database di Torinofacile.it. Chiederò inoltre a che punto siano le interlocuzioni con tutti i soggetti coinvolti (PRA-ACI, Regione Piemonte e Motorizzazione tra gli altri) per raggiungere l’obiettivo di una piena connessione delle diverse banche dati e in quali tempistiche sarà possibile risolvere il problema: un servizio digitale è davvero utile se messo a disposizione di tutti. Persone con disabilità comprese.

Disabilità, e fu così che anche il bando per il servizio comunale di trasporto in centri diurni andò deserto… Lunedì le mie domande alla Giunta

Si discute dopodomani in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema: focus sulle intenzioni dell’Amministrazione (in una situazione analoga, nel 2019 si scelse, allora per il servizio di trasporto scolastico per persone con disabilità, la procedura negoziata: e oggi?) e punto della situazione sui pagamenti ai dipendenti della ditta Tundo, con ipotesi di attivazione dell’Articolo 30. La situazione mi preoccupa da diversi punti di vista. Qual è, alla luce dei fatti, la nostra reale capacità di scrivere bandi di gara appetibili per il mercato? Serve un nuovo modello in grado di coinvolgere Associazioni e famiglie.

Gara deserta: questo l’esito della procedura aperta per l’affidamento del servizio di trasporto in presidi diurni per persone con disabilità. In altre parole: nessun operatore ha inteso presentare la propria offerta. Un film già visto: la stessa situazione si verificò a fine 2018 relativamente al bando di gara sul servizio di trasporto scolastico. Allora la situazione fu risolta ricorrendo alla procedura negoziata e al nuovo affidamento del servizio alla precedente assegnataria Tundo: e quest’anno?

Errare è umano, ma noi stiamo perseverando: comincio a chiedermi se il Comune abbia le competenze tecniche e la capacità di realizzare gare appetibili per il mercato, dal momento che continua a capitare sempre la stessa cosa. Studiando le gare e i bandi di altre Città, non abbiamo riscontrato situazioni simili. Ribadiamo che il modello è totalmente da cambiare e che occorre pensare a un nuovo format con il coinvolgimento di Associazioni e famiglie.

Con la mia interpellanza intendo fare luce sulle intenzioni dell’Amministrazione. Impedire effetti negativi sul servizio e sugli utenti finali è l’assoluta priorità. Di pari urgenza e fonte di pari preoccupazione è la situazione dei dipendenti: le mensilità di ottobre sono state corrisposte oltre il 20 novembre, si segnalano ritardi e mancati pagamenti e intendo capire esattamente a che punto siamo anche su questo fronte.  

Lunedì chiederò alla Giunta in quale modo intenda procedere per l’affidamento del servizio centri diurni per persone con disabilità e se l’Amministrazione stia già portando avanti gli atti propedeutici all’attivazione della procedura ex Articolo 30.

Scendono in piazza gli imprenditori delle palestre (e hanno ragione)

Chi fa impresa in questo comparto è stato di fatto tagliato fuori dai ristori regionali, ha ricevuto le briciole dallo Stato e considera urgente una riforma del settore: sostengo convintamente queste istanze e me ne farò portavoce a Palazzo Lascaris. Flash mob programmato per lunedì 18 gennaio alle ore 15.30 in piazza Castello a Torino, mentre ipotizza una chiusura del settore almeno fino a marzo: il timore è che molte realtà non riaprano più.

Condivido senza mezzi termini le ragioni degli imprenditori e dei lavoratori del comparto delle palestre, del fitness e delle scuole di danza: la loro manifestazione è in programma in piazza Castello a Torino lunedì prossimo, 18 gennaio, alle ore 15.30, di fronte alla Regione Piemonte.

Le attività di questo tipo non sono mai davvero rientrate nei ristori regionali destinati allo sport (non tutte le palestre sono affiliate al CONI e dunque iscritte al registro delle Associazioni Sportive: urge una riforma nazionale del comparto). Irrilevanti sono i ristori statali ricevuti: “Non ci paghiamo neanche la tredicesima”, lamenta chi è impiegato nel settore. La maggior parte degli introiti si fanno nel periodo invernale: ecco perché una chiusura prolungata (fino a marzo e oltre) sarebbe semplicemente devastante.

Chi fa impresa in questo settore è stato oggettivamente e quasi completamente dimenticato dalle Istituzioni. Il Governo trovi una soluzione per sbloccare la situazione e pensi a una riforma dell’intero comparto sportivo. Il tema del diritto al lavoro o a un adeguato sostegno economico è alla base della giusta e pacifica manifestazione del prossimo lunedì. Alcune di queste attività sono fondamentali per chi deve seguire, per ragioni di salute, percorsi di riabilitazione. Non si escludono effetti anche vistosi di una così prolungata inattività fisica da parte di così ampie porzioni di popolazione. Mi farò portavoce in Consiglio Regionale delle istanze del settore: la Giunta non si scordi, di nuovo, delle palestre. 

Anche i percettori di pieno Reddito di Cittadinanza, insieme ai condannati per reati stradali, a fare assistenza ai pedoni

Positivo l’accordo tra Comune e Associazioni Familiari: ora chi ha subito una condanna per reati stradali svolgerà attività di assistenza ai pedoni. I Moderati ribadiscono la loro richiesta: si impieghino per la stessa funzione anche i percettori di RdC di fronte a scuole, centri anziani e altri contesti cittadini presso i quali ve ne sia necessità.

Chi ha subito una condanna per reati stradali farà assistenza ai pedoni: bene. Accogliamo positivamente l’accordo tra Comune e Associazioni Familiari. C’è un forte bisogno di figure di questo tipo davanti alle scuole della città, presso i centri anziani e in tutti quei contesti urbani presso i quali ve ne sia necessità. Rilanciamo, come Moderati, la nostra richiesta: per garantire la sicurezza dei bimbi che entrano ed escono da scuola, facciamo affidamento sui tantissimi torinesi che percepiscono il pieno Reddito di Cittadinanza, garantendo loro tutte le condizioni anche assicurative per farlo. Ci sono scuole presso le quali l’introduzione di segnaletica non ha fatto la differenza, tanto che le indicazioni sono spesso di fatto ignorate dagli automobilisti. Mi riferisco, per esempio, alla Scuola Lessona e ad altri istituti cittadini. Sono quasi 40mila i beneficiari di Reddito di Cittadinanza a Torino e provincia. Molti risiedono nel capoluogo, che si colloca ai piani alti a livello nazionale di questa speciale classifica. 

La crisi delle Scuole di Lingue si abbatte su 1.200 famiglie piemontesi

“Consentiteci di riaprire, oppure garantiteci i ristori”: faccio mio il grido di aiuto delle ottanta realtà sul nostro territorio, che danno lavoro a 1.200 persone. Oltre la metà degli istituti rischia di non riaprire: il danno sarebbe enorme. Dopo aver ottenuto il riconoscimento del bonus lo scorso maggio, tornerò a chiedere sostegno per il settore in Consiglio Regionale.

Scuole di Lingue, è sempre più crisi: faccio mia la preoccupazione di un settore che, nella nostra regione, dà lavoro a 1.200 persone. Fatturati e ricavi a picco, dalle Istituzioni nessun aiuto: ecco riassunta in poche parole la situazione di realtà nuovamente costrette alla chiusura a partire dallo scorso novembre e chissà per quanto. Queste realtà non chiedono altro che poter tornare a lavorare oppure di ricevere ristori adeguati e certi. Peccato che il codice ATECO 855930 sia stato escluso dai ristori. Gli effetti della crisi sono ben riassunti nei dati di un recente sondaggio: per più di una scuola su due, arrivare “in piedi” al prossimo anno sarà molto difficile e oltre una su cinque avrà bisogno di almeno un anno per riprendersi dalla batosta della crisi. Pochissimi i nuovi clienti, molti, di contro, i contratti non rinnovati. Ricorrere alla didattica a distanza? Difficile, non solo perché non adatta al target di riferimento, ma anche perché sempre più persone la guardano con diffidenza. Tornerò a farmi sentire in Consiglio Regionale, chiedendo alla Giunta Cirio un atto di coraggio e di giustizia nei confronti di 1.200 famiglie piemontesi, dopo aver ottenuto, lo scorso maggio, il riconoscimento di un bonus a fondo perduto pari a mille euro per questo settore.