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Autore: Redazione sito

Il Museo dell’Artiglieria deve tornare alla Cittadella (e farlo in tempi brevi)

Lunedì in Consiglio Comunale la mia nuova interpellanza sul tema.

Centotrent’anni: da tanto dura il vincolo che impone di destinare la Cittadella a sede Museo Storico Nazionale d’Artiglieria. Questa condizione fu posta al momento della cessione del bene al Comune di Torino (1891): dal 2008, tuttavia, data di inizio dei lavori di ristrutturazione, tutti gli allestimenti e i documenti sono sono stati trasferiti presso la Caserma “Carlo Amione” in piazza Rivoli. Qui, le condizioni di contesto non sono adatte non dico all’esposizione, ma forse neanche alla conservazione di un patrimonio storico-culturale di tale prestigio, natura e dimensione; lo stesso locale messo a disposizione dell’Associazione Amici del Museo (la cui attività è ferma da due anni) quale ufficio e archivio è stato dichiarato inagibile. Torno lunedì in Consiglio Comunale, dopo i quesiti da me discussi nel 2018, a presentare un’interpellanza sul tema. Non pare siano stati avviati studi per un riallestimento museale della parte già agibile della Cittadella: per il rifacimento, ritenuto indispensabile, del padiglione laterale manca ancora il finanziamento (circa 10 milioni di euro): tempi lunghi, dunque? Quanto esattamente? Urge sollecitare il Ministero della Difesa a utilizzare al più presto il Mastio per ripresentare al pubblico il patrimonio del Museo. Mi aspetto risposte puntuali e convincenti: il Museo dell’Artiglieria deve tornare a far parte a pieno titolo del patrimonio culturale e dell’offerta turistica di Torino. 

Progetto “Led per Torino”, Mirafiori Nord brancola ancora… nel buio

In quattro anni e mezzo tante promesse e pochi risultati: alla “luce” della risposta possibilista ricevuta un anno fa alla mia precedente interpellanza sull’argomento, non avendo ancora visto risultati apprezzabili, torno lunedì a interrogare la Giunta. Il quartiere uscirà dal “cono d’ombra”?

Rispettare le promesse fatte in campagna elettorale è un dovere verso i propri elettori; garantire un’illuminazione adeguata è un dovere verso tutti i cittadini, nonché il modo migliore per garantire sicurezza. Lunedì discuterò in Consiglio Comunale una nuova interpellanza sul progetto “Led per Torino”. Dalle informazioni ricevute risulta che, a un anno dal mio precedente quesito sull’argomento (febbraio 2020), i residenti delle vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli non possano ancora usufruire delle nuove luci. Gli attuali impianti luce sono obsoleti da tutti i punti di vista (potenza, efficienza, efficacia, risparmio), con i disagi che si possono immaginare. Lo scorso febbraio avevo ricevuto dalla Giunta la garanzia che tale area di Mirafiori Nord sarebbe stata senz’altro “tenuta in debita considerazione nel piano degli interventi 2020”. Lunedì chiederò in Sala Rossa, con una nuova interpellanza, un aggiornamento circa lo stato dei lavori, nella speranza che, entro l’ormai prossima fine del mandato, i residenti possano uscire dal “cono d’ombra” e tornare a vedere qualche novità.

“Qualcuno mi sta sabotando”: dichiarazioni fuori luogo da parte di Tundo, subito la mia richiesta di comunicazioni urgenti in Aula

L’imprenditore parla di “zucchero messo nei serbatoi”, di dipendenti sospesi e di odio persecutorio nei propri confronti: accuse gravi. Afferma inoltre che lascerà Torino a giugno: che cosa intende fare la Giunta? Ho già presentato la richiesta per ottenere risposte nel Consiglio Comunale di lunedì prossimo.

Che cosa intende fare l’Amministrazione alla luce delle dichiarazioni che Tundo ha recentemente rilasciato alla stampa cittadina? L’imprenditore parla di “sabotaggi” subiti, ipotizza che qualcuno abbia “versato zucchero nei serbatoi dei mezzi”, dichiara di aver sospeso dei dipendenti. Fa riferimenti a un fantomatico “clima d’odio” nei suo confronti e parla di politica che soffierebbe sul fuoco. Dichiarazioni fuori luogo e irrispettose della realtà dei fatti. L’imprenditore dichiara inoltre di avere intenzione di lasciare Torino a giugno. Che cosa pensa di fare l’Amministrazione? Mi auguro che la Sindaca risponda in Consiglio Comunale, su questi interrogativi, già lunedì, facendo seguito alla mia richiesta di comunicazioni urgenti. La situazione diventa ogni giorno più grave.

DDL 128 sui ristori alle RSA, così non è sufficiente: torniamo piuttosto a mettere al centro la persona

Misura che prova a dare un segnale, ma sulla base di un puro calcolo economico: le risorse sono un fatto positivo soprattutto per le realtà più piccole, ma in generale come Moderati siamo molto critici. Necessario far scorrere le liste d’attesa sgravando così le famiglie. Chiediamo subito un tavolo con la partecipazione degli operatori del comparto e del Terzo Settore per provare a ripensare il sistema mettendo al centro la persona e la sua famiglia fino a costruire una nuova dimensione di comunità.

Aiuti alle RSA in difficoltà economica per il Covid: come Moderati siamo molto critici nei confronti del DDL 128, una misura che non tiene conto della totalità della partita in gioco, ma solo di alcune esigenze, e che parte da presupposti di tipo esclusivamente economico nell’intento di dare un segnale. Positiva, certo, l’erogazione di risorse, soprattutto per le realtà più piccole. Servirebbe però anche un cambio di rotta e di paradigma: chiediamo subito un tavolo con la partecipazione di una pluralità di soggetti, degli operatori del comparto e del Terzo Settore. Far scorrere le liste d’attesa sgravando così le famiglie è necessario, inserendo chi è in lista d’attesa e utilizzando la quota sanitaria. I dati statistici, che sono dati di realtà, ci parlano di una popolazione che invecchia e di una denatalità sempre più evidente. Da più voci, per esempio dal Presidente dell’Istat, si alza il grido di allarme per il futuro. Le famiglie hanno bisogno di Istituzioni in grado di sostenere la domiciliarità. Ancora di più, hanno bisogno di essere messe al centro del ragionamento politico. Tutto il sistema delle tariffe è da rivedere: il rischio è ritrovarci, in un futuro prossimo, ad avere strutture di serie A e altre di serie B, con tempi di cura per ciascun ospite, in queste seconde, ridotti al minimo. La misura della Giunta non porta con sé un vero cambio di marcia. Serve una nuova prospettiva volta a tornare a costruire comunità, mettendo al centro – come da storica tradizione della regione dei Santi Sociali e dei grandi imprenditori del Terzo Settore – la persona e la sua famiglia e non il mero dato contabile.

Chi minaccia il Sindaco di Torino minaccia tutti i torinesi

Graffiti ingiuriosi e minacce contro Appendino il giorno dopo lo sgombero di corso Giulio Cesare 45: ferma condanna per questi gesti, plauso rinnovato alle Forze dell’Ordine, solidarietà anche al Ministro Bonafede e al Prefetto. Chiediamo legalità per tutti gli spazi occupati in città. Chi occupa abusivamente calpesta il diritto alla casa dei cittadini perbene.

Chi attacca il Sindaco sta attaccando tutti i torinesi, chi minaccia il Sindaco sta minacciando tutti i torinesi, chi ingiuria il Sindaco sta ingiuriando tutti i torinesi. La solidarietà dei Moderati si estende, oltre alla Sindaca Appendino. al Ministro Bonafede e al Prefetto, a loro volta oggetto di scritte ingiuriose. Ribadiamo il nostro plauso e il nostro sentito ringraziamento alle Forze dell’Ordine per l’operazione condotta nella mattina di ieri: i Moderati chiedono legalità per tutti gli spazi che, in città, sono attualmente occupati. Chi occupa abusivamente appartamenti sta negando il diritto alla casa a coloro che ne hanno necessità, diritto e titolo. Torino e i torinesi non si lasciano né spaventare né intimidire.