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A questa Giunta importa qualcosa della drammatica crisi dei teatri piemontesi?

Sono 32 le strutture teatrali che, nella nostra regione, hanno interrotto l’attività. Una situazione drammatica (dal punto di vista culturale e non solo), ma la risposta al mio Question Time sul tema è stato un elenco di misure ordinarie e vaghi propositi per il futuro: davvero troppo poco.

La crisi si abbatte come uno tsunami sui teatri piemontesi: con 32 strutture chiuse la nostra regione si colloca al quarto posto a livello nazionale, in questa speciale e poco lusinghiera classifica, dopo Sicilia Lombardia e Toscana (59, 57 e 39 teatri chiusi rispettivamente). Ma la Giunta, appena interrogata sul tema con un Question Time a mia firma, si è limitata a elencare le misure ordinarie attualmente in atto: ringraziamo, ma sapevamo già dell’esistenza del Bandi a valere sulla Legge 11-2018; siamo grati, ma già conoscevamo l’apprezzabile lavoro svolto da Piemonte dal Vivo. Ci fa piacere che la Giunta citi a verbale l’avviso pubblico scaduto a marzo per l’ecoefficienza e la riduzione dei consumi energetici, ma i progetti in questione sono finanziabili con i fondi del PNRR. 

Ci saremmo aspettati di più: per esempio, un cenno relativo a come pensi la Giunta di favorire la riapertura almeno di qualcuno dei teatri non più attivi sul nostro territorio, in attesa di restauri in alcuni casi mai avviati o a causa di costi di gestione che diventano insostenibili a fronte di una drammatica riduzione degli introiti. Il generico proposito di prevedere (quando esattamente? Con che fondi?) “misure per l’efficientamento energetico e per la rigenerazione dei luoghi della cultura” è troppo poco. 

Un teatro chiuso rappresenta un danno dal punto di vista culturale, ma anche la perdita di un importante luogo di aggregazione e di preziosi posti di lavoro. 

Regione Piemonte